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#14-6-14: non un premio ma una grazia |
Scritto da Redazione Toscana |
Lunedì 16 Giugno 2014 15:48 |
![]() Credo fermamente che per il nostro Movimento aver incontrato Papa Francesco non sia un premio, ma una grazia. E come ogni grazia che ci è donata, va messa in atto nel servizio, nell’operato, nelle decisioni e nelle discussioni, nelle scelte strategiche e nei programmi, nelle attività giornaliere e nel continuo chinarsi verso il fratello sconosciuto che chiama. Dobbiamo convertire questa rotta e farlo subito, senza paure e ripensamenti. E’ lo Spirito Santo che ce lo ha chiesto tramite le parole del Papa e grazie a questa storica mattinata mi sono sentito come non mai “fratello di Misericordia”, orgoglioso di esserlo e di indossare la bellissima divisa giallo-ciano alla pari di tutti coloro che erano sotto il sole di Roma e che condividono la passione del dono all’altro, la voglia di esserci se c’è bisogno, il coraggio di metterci la faccia, la fatica, il proprio tempo per sperimentare che è proprio vero che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Mentre parlavo di fronte a quella folla di confratelli e quando ho salutato Papa Francesco ho ringraziato il Signore di avermi voluto volontario della Misericordia, di avermi fatto conoscere un mondo fatto di gente semplice e bella, che in silenzio e con umiltà testimonia la forza dell’amore e dell’operare: in silenzio e comunque senza troppe parole perché – come ha ricordato ed ammonito il Papa - ne abbiamo già dette troppe e alcune volte inappropriate. Personalmente ho avuto la possibilità di vivere una giornata più unica che rara, iniziata alcuni mesi fa curando l’organizzazione, il pensare cosa e come fare, cosa dire e perché dirlo, ricordarsi sempre di ciò che saremmo andati a fare e dello spirito di umiltà e ringraziamento che doveva contraddistinguere ogni gesto e parola. Ci siamo stati, eravamo li per noi e per chi non ha potuto o voluto esserci, non è stato un premio ma una grazia. E soprattutto fare da guida con la voce per un’intera mattina in Piazza San Pietro davanti a 60000 confratelli e consorelle, condividere la gioia e l’emozione, aiutare nella preghiera e nella riflessione, annunciare l’arrivo del Papa e salutarlo mentre in auto fa il giro della Piazza, stringergli la mano e parlarci anche solo per pochi secondi…sono doni di Dio che mi porterò sempre nel cuore e che non sono un premio, ma una grazia. Don Simone Imperiosi Un Confratello e Correttore delle Misericordie della Toscana |